Il F.A.S.T.E. e il Modello Multidimensionale di Empatia secondo Norma Feshbach

Il F.A.S.T.E. (Feshbach Affective Situation Test for Empathy) rappresenta uno strumento innovativo ideato per misurare la responsività empatica. L’idea alla base di questo test è quella di considerare l’empatia non come una capacità monolitica, ma come un insieme di abilità che integrano aspetti cognitivi e affettivi. Secondo questo approccio, manifestare empatia significa non solo riconoscere e decodificare lo stato emotivo di un’altra persona, ma anche sapersi immedesimare nel suo punto di vista e rispondere emotivamente in modo congruente con l’esperienza vissuta dall’altro. 
L’empatia si articola in tre componenti fondamentali: 
Decodifica degli Stati Emotivi: Questa componente riguarda l’abilità di osservare, leggere ed interpretare correttamente i segnali emozionali che gli altri manifestano. Si tratta di una capacità prevalentemente cognitiva, essenziale per riconoscere le sfumature emotive e comprendere quale stato d’animo l’altra persona sta vivendo. 
Assunzione del Ruolo e Prospettiva dell’Altro: Concepita come la capacità di spostare il proprio punto di vista, questa abilità permette di comprendere il mondo dal punto di vista dell’altro. Il “decentramento” cognitivo è fondamentale perché consente di avere una visione meno egocentrica, riconoscendo il valore dell’esperienza soggettiva altrui. 
Risposta Affettiva alle Emozioni Altrui: Qui interagiscono aspetti emotivi veri e propri: si tratta della capacità di “sentire” in parte l’emozione che l’altro sta vivendo. Non è sufficiente interpretare e comprendere a livello intellettivo il vissuto altrui; è essenziale che vi sia una risposta partecipativa che consenta di condividere, almeno in parte, quell’esperienza emotiva. 
Il F.A.S.T.E. si propone di valutare come queste componente si integrino e si manifestino nella pratica, offrendo un quadro completo della responsività empatica di un individuo. 
Informazioni sulla psicologa Norma Feshbach
Norma Feshbach, nata nel 1926 a Brooklyn e scomparsa nel 2021, è stata una figura pionieristica nel campo della psicologia dello sviluppo e dell’educazione, con un interesse particolare per le dinamiche emotive e relazionali nei bambini. Professoressa presso l’UCLA, è riconosciuta per aver fondato programmi di ricerca che hanno posto grande attenzione allo sviluppo dell’empatia e all’importanza del decentramento cognitivo nei processi educativi. La sua carriera accademica, arricchita da ruoli di leadership e da una vasta produzione scientifica, ha contribuito a illuminare come l’empatia si configuri come un’abilità complessa, che integra aspetti cognitivi (come la lettura degli stati d’animo e la presa di prospettiva) e aspetti affettivi (la risposta emozionale vera e propria). Feshbach ha elaborato il primo modello multidimensionale di empatia, superando la visione riduttiva che vedeva l’empatia come una semplice risposta emotiva. Il suo modello ha avuto ripercussioni significative nell’ambito dello sviluppo psicologico, ponendo le basi per programmi di formazione e interventi volti a rafforzare le capacità empatiche, sia nei contesti educativi che nelle relazioni interpersonali. Il suo approccio ha evidenziato come la capacità di decodificare e comprendere le emozioni altrui, unita alla possibilità di immedesimarsi nel punto di vista degli altri, sia fondamentale per la costruzione di rapporti sociali sani e per il progresso nelle relazioni educative e sociali. In tal modo, il F.A.S.T.E. non solo funge da strumento di valutazione, ma diventa anche un mezzo per progettare interventi mirati alla promozione dell’empatia sin dalla tenera età, migliorando la qualità delle interazioni e contribuendo a prevenire comportamenti aggressivi o inadeguati. In buone mani, il modello multidimensionale di Feshbach stimola infatti non solo lo studio teorico della responsabilità empatica, ma anche il suo sviluppo pratico, con applicazioni concrete in ambito pedagogico e nella formazione dei docenti e degli educatori. La sua visione integrata, che mette in relazione il saper leggere le emozioni, la capacità di immedesimarsi e la reattività affettiva, offre un quadro completo e articolato di come si costruisce e si manifesta l’esperienza empatica.

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